Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Punta Tersiva

Trampolino di vetta, sulla Punta Tersiva.

Lo scialpinismo primaverile consente a volte di salire in luoghi fantastici, il cui piacere va oltre quello della sciata in sè, ma rappresenta la scoperta di tracce poco battute, ambienti solitari e immacolati, viaggi memorabili nella neve delle montagne più remote, che vedi spuntare magari dopo ore di cammino.

Si tratta delle salite più belle ed attese, perchè quelle più immaginate, pensate e desiderate. Quelle più rare, da cogliere al momento giusto. Un po’ temute a causa di immani dislivelli e sviluppi che presentano.

Per fare questi itinerari occorrono preferibilmente alcune condizioni necessarie che raramente si formano. Innanzitutto la primavera e le temperature che trasformano la neve rendendola scorrevole, e questo è cominciato a succedere da prima di Natale, quando ha smesso di nevicare e lo zero termico è salito oltre i 3000m. Poi occorre che i pendii si stufino della neve che li ricopre e scarichino tutte le valanghe, ed anche questo è ormai accaduto.

Ci addentriamo così nel Vallone del Grauson, con una mattutina partenza dalla frazione Gimillan di Cogne (sono le 7h30′ e ci sono -9°C). Questa salita è tutta un immaginarsi il Vallone del Grauson, i suoi orridi, ma anche i suoi vasti pianori, le dune di neve, i successivi ripiani che portano con lunghi traversi a vedere finalmente i remoti 3512m della P.ta Tersiva, estrema confluenza tra i valloni della Val di Cogne, la Valle di Champorcher e la Val di Clavalitè.

Faticoso salire: il vallone è molto tormentato ed obbliga a continui traversi. All’alpeggio del Grauson in una breve discesina ci rimetto la pelle e tanto tempo per riscaldarla e riattaccarla agli sci. A tratti mi accoltello per pochi metri di neve dura nei traversi, mentre sono inutili picca e ramponi. Neve crostosa su tutta la salita, eccetto il breve tratto del ghiacciaio. Sul ripido pendio che adduce al colle prevale la brina, una ventina di centimetri senza fondo dove gli sci raschiano.

Il dosso finale presenta neve irregolare, ventata, da salire a piedi senza alcuna difficoltà. Freddissimo questo tratto. Sulla vetta, alle 14h, la madonna mi appare come una visione mistica. Un po’ di relax e piacere del panorama. Poi inizia la parte detersiva dell’itinerario, il ritorno a valle.

Faticoso scendere: su neve sovente crostosa e traditrice, fatta eccezione per il breve ghiacciaio. Altra fatica si aggiunge sui numerosi brevi saliscendi imposti dallo sviluppo irregolare del Vallone del Grauson. Però la neve è scorrevole e consente di procedere bene sui falsipiani. Il resto dei pensieri ve li lascio nelle foto seguenti.

La prima visione del Vallone del Grauson, dopo aver superato il primo orrido.
Per superare il primo orrido ci serviamo del sentiero estivo (n°8). In caso di neve abbondante, con copertura totale del sentiero, ci potrebbe essere qualche traverso esposto. Da notare che in Val d’Aosta la segnaletica è sempre precisa, curata e coerente.
Prime luci sul gruppo della Grivola, a sinistra al sole la Punta Rossa.
Presso l’Alpage de Pilaz secondo alcune relazioni dovrebbe essere possibile percorrere il fondo dell’orrido per evitare un lungo traverso esposto. Nel nostro caso il fondo dell’orrido è solcato da verticali cascate rigonfie d’acqua: inaccessibili.
Percorriamo così il sentiero estivo, ormai privo di neve…
E qui siamo ormai verso la fine del lungo traverso. Da qui la Tersiva non si vede ancora…
Il sole sulla Grivola contrasta con il gelido buio del Vallone.
Ed eccoci all’Alpe del Grauson, una vera e propria gelida frazione d’alta quota (2271m). Sullo sfondo a destra appare la Tersiva.
Finalmente il Vallone si apre su indimenticabili falsipiani soleggiati. Gli scenari che prediligo.
Ma presto il vallone piega a sinistra e si chiude costringendo a nuovi traversi, dove per brevi metri per me occorre accoltellarsi. La Tersiva, sulla destra, appare ancora in secondo piano, cintata dalla morena del ghiacciaio del Tessonet.
Ma prima del ghiacciaio ci sono ancora degli ampi ripiani morenici, tra numerosi dossi e saliscendi.
Ed eccoci finalmente ad uno sviluppo diretto, in vista della vetta (sulla destra), sul ghiacciaio. Da notare che la neve è scarsa anche in alta quota.
Il tratto finale per il colle è ripido e coperto di poca leggera neve brinata, disagevole da salire con gli sci o senza.
Il tratto finale potrebbe essere percorso con un po’ di attenzione con gli sci in caso di copertura uniforme e sicura della neve, ma oggi manca o è ventata. Saliamo questi ultimi 200m di dislivello a piedi.
L’arrivo in vetta.
Il pendio finale oltre il colle, visto dalla vetta.
Vista sull’articolato Vallone del Grauson, dove si svolge l’itinerario seguito.
Vista verso le pianure e la Valle di Champorcher. Evidenti il Lago Miserin e la Rosa dei Banchi.
A parte il ripido e pietroso pendio del colle, la discesa sul ghiacciaio è fantastica, in ottime condizioni.
Inizia poi una serie interminabile di faticosi saliscendi, in ambienti estremamente affascinanti.
Si percorre fedelmente la strada di salita, fino al tramonto e ancora più in là.

Gita grandiosa, ma anche la più faticosa di questi anni sugli sci. Da percorrere con quei pochi amici speciali, affezionati a questo tipo di salite. Ringrazio con gratitudine Angelo per aver colto questo momento e aver insistito per questa vetta. Ed anche per i consigli sul riscaldamento delle pelli (che ad un certo punto sembravano davvero pregiudicarmi la salita), nonchè per il nastro anglosassone (?) che pare però tenere poco se ci sono dieci gradi sottozero. Un saluto alle persone incontrate quassù ed un ringraziamento per l’evidente traccia di salita. Questa Tersiva è dedicata a Clà, che è rimasta a casa con la febbre.

7 thoughts on “Punta Tersiva

  1. Paesaggi incantevoli che ti rapiscono l’anima.
    Mi sembra di essere lì.
    Poi, quando scendi in pianura, tra i comuni mortali, tante cose non le capisci più…

    La bellezza delle montagne è da difendere perché rappresenta un bene comune inestimabile.

  2. @Beppe: hai davvero ragione, son questioni d’anima, da dedicare ai posti più belli.
    @Gp: …detto da te, che conosci bene le lunghe lunghe lunghe distanze… grazie.

  3. come sono belle le foto! Da un pò che non vado in montagna, mi manca molto, almeno grazie a te faccio delle escursioni montanare immaginarie.
    Tanti auguri di Buon Anno…con un lieve ritardo:). a presto!

Commenti

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