Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Spigolo Dorn

Sullo Spigolo Dorn
Il salto della forcella!

All’inizio del XX secolo viene aperta su uno spigolo del più meridionale dei Torrioni Magnaghi una via che aver l’onore di ripetere oggi con il conforto un paio di scarpette e comodi friend rende impressionante il pensiero al brivido provato da chi è salito la prima volta: Dorn e Reichert. La Grignetta è davvero un laboratorio di alpinismo, con delle strutture calcaree che una volta osservate non stupisce che abbiano attratto generazioni di grandi interpreti della montagna, come Cassin e Bonatti.

Visti da lontano sembrano birilli e torri di calcare, quando ci vai vicino, a cercare le vie, diventano ancora più incredibili. Tra forcelle, torrioni, guglie, fessuroni articolati e diedri vertiginosi lo sguardo si perde in un ambiente tanto meraviglioso quanto severo. Per chi, come me, è abituato poi alle granitiche placchette d’aderenza da salire con le mani in tasca, ecco che tutto quel vuoto e quel verticale diventa un problema già sul III grado.

Si ravana già per cercare l’attacco, tra cenge esposte, per entrare in una recondita forcella, che discesa per una decina di metri consente di trovare l’inizio della via, poco sopra un ballatoio sospeso nel vuoto (o se vogliamo una via d’accesso diretta di 6b). Per fortuna i “chiodi di via” sono stati resinati, individuarli conforta la consapevolezza d’esser sulla buona strada. Se il III è verticale, il IV è subito strapiombante, anche se è pieno di appigli generosi a cui tocca abituarsi. Non manca nulla: la seconda lunghezza offre un breve camino, la quarta è un diedro mozzafiato (per entrarci dentro c’è per fortuna un solo passo di calcare lucidato). Non manca, verso la fine, il “salto” di una forcella. Su queste belle arrampicate d’ambiente il grado ed il movimento diventano irrilevanti in favore del viaggio dentro la montagna, tra le articolazioni che offre in uno sviluppo esposto e affascinante.

Arrivati in vetta, vista l’ora tarda (partiti nel pomeriggio, peccato, meritava salirli tutti quei torrioni!) scendiamo in doppia lungo la normale. Peccato che è un po’ difficile individuare il primo anello di calata. Una doppia inventata in modo un po’ troppo obliquo mi obbliga a risalire su terreno per fortuna non troppo difficile un paio di volte per liberare le corde… Abbiamo seguito questa relazione, senza trovare la prima calata nel canalino. Secondo questa occorre addirittura entrare subito dentro la forcella. Noi siamo stati troppo in parete, probabilmente. Infine, qui si consiglia addirittura di non star lì a pensare a queste doppie, proseguire sul secondo torrione e scendere dalla GLASG.

Quadretto d'avvicinamento
Oltre il Pian dei Resinelli
I magnaghi
Sigaro – in primo piano – e i Torrioni Magnaghi
L'attacco
Nei pressi dell’attacco.
Prima lunghezza
La prima lunghezza
Diedro dell'Albertini
Il vertiginoso diedro Albertini, sulla IV lunghezza.
Leontopodium alpinum
Il Leontopodium alpinum predilige da sempre i terreni basici/calcarei.
Resegone e Lago di Lecco
Panorama sul Resegone e Lago di Lecco.

Questa è la Grignetta, un ambiente che merita sicuramente altre “esplorazioni” di soddisfazione. Sono grato a Serena per aver individuato questa bella via, districandosi tra le complicazioni del suo sviluppo, senza di lei non avrei mai scoperto questo mondo.

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