In questa giornata ci sono diversi… elementi da attraversare.
I primi sono gli abeti, che sono freschi d’estate …e ancor più d’inverno! Ma sempre di piacevole freschezza si tratta, oggi invero non fa freddo.
Poi c’è un sole, caldo, che filtra tra i rami e gli aghi, stemperando la freddezza della poca neve. Qui dentro la luce è più preziosa che altrove.
Non mancano spiragli di luce nel torrente, che rende un po’ più affascinante e incantato questo ambiente in cui siamo capitati, così pieno di particolari e sensazioni. Particolari e sensazioni che si uniscono in un solo elemento, e scorrono via con l’acqua prima che si faccia in tempo a decifrarli.
Ma c’è anche la luce, netta, sfacciata, totale, calda, che svela un mondo improvviso di grandi montagne e spazi aperti.
Il torrente vero è quello più ampio e netto, che interrompe gli alberi e pretende una linea netta di passaggio, giocando tra pietre e neve.
È sufficiente cambiare un attimo versante ed ecco subito la neve, azzurrina come il colore del freddo, mentre il sole riesce ad arrivare sì e no a metà altezza di larice. La luna è un qualcosa in più.
Ovunque c’è sempre un sentiero da seguire, anche se ogni tanto lo si perde. Ma i faggi sono alberi forti quanto accoglienti, con loro è tutto più chiaro e soleggiato.
Siamo alla fine del giro, da Mottera a Rivotti nel sole e ritorno passando per Pialpetta e il buio perenne del fondovalle. Sono i contrasti delle giornate invernali, val la pena camminare tra questi elementi, perchè non li troverete come d’estate, quando tutto pare scontato e banale. Questa è la stagione per camminare qui e capire il senso di questi alberi, delle pietre, dei sentieri, delle case diroccate, dell’acqua, della luce.
Sono grato alla mia amica Clà che conosce profondamente e adora queste montagne, e a Angelo (e siamo già in cerca di nuove montagne scivolose!)