È passato un altro inverno. È arrivata un’altra primavera. È passato anche il tempo peggiore, è passato anche il tempo creduto migliore; è passato fischiando, come il treno per Yuma. Si fa per dire. In breve, son passati dieci anni a scrivere di queste spensierate montagne. E son passati circa otto anni dalla mia prima salita con gli sci al Cotolivier.
E, come si usa in questi anni, la primavera arriva d’inverno e l’inverno in primavera. Così è tempo di abbandonare per un po’ dislivelli e altitudini, approfittare della neve fresca e del pericolo valanghe a mille per qualche sballo nella polvere più innocua. Alla Madonna del Cotolivier, ovviamente.
Ovviamente non mancano le consuete ravanate, anche qui, che pure non è facile. Ad esempio si può sbagliare versante in partenza, con l’aggravante della traccia GPS. Non male, dieci anni son pur serviti a non imparare qualcosa! Ma rotolarsi nella neve è sempre un gran divertimento! I silenzi della neve fresca, le luci ed i contrasti di questi effimeri momenti sono sempre qualcosa che val la pena vivere. Momenti felici. Anche se l’inforcata del larice è sempre in agguato.
Grazie ai compagni di questa gradevole giornata, tra una nevicata appena finita ed una nuova pronta a tornare.