Il Monte Vandalino in Valle Angrogna sarebbe una tranquilla sciata tra boschi e dorsali, ma in questo strano periodo di forti contrasti termici diventa prima una ricerca nella nebbia e poi una meta da desistenza.
Il caldo di ieri ha reso pesantissima e umida la neve, la pioggia del mattino la ha crostificata quanto basta. E stamani insiste una pioggerellina con temperatura negativa, con formazione di gelicidi inconsueti. Già, perchè dopo il grande rialzo termico è già sopravvenuto il grande ribasso termico, cui seguirà tra alcuni giorni un redivivo rialzo termico. Ma ora siamo nella fase glaciale.
Il paesaggio è spettrale. In basso sembra in preda ad un disperato disgelo, ma quel che sembra umido è in realtà ghiaccio. Oltre i 1200m invece è galaverna. E la neve è come un coro di centomila persone che fanno woop. A metà del cammino si ritorna a valle, con una sciata supercrostosa.
Lo scialpinismo invernale per me finisce qui. Di inizio e fine pessimi, ha regalato in tutte le altre occasioni gite su di una neve perfetta come non mai, talora polverosa, talora trasformata. Una stagione indimenticabile ha accompagnato un inverno che ora non pare vero essere già alle battute finali.
Godiamoci il gelo di questi giorni, ormai così raro, e arrivederci nella primavera meteorologica!
Foto, come sempre, stupende!
Alla proissime lettura!
Rok 64