Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Dent Blanche

Wandflue – via normale

Alcune montagne presentano un profilo davvero entusiasmante, intrigano, attirano. Reclamano fotografie su giornali e depliant. Poi ti avvicini e man mano scopri quanto a volte l’apparenza inganna. Non così per la Dent Blanche. Una piramide quadrangolare perfetta, la cui salita non tradisce le aspettative, anzi.

Per arrivare a Ferpecle occorre recarsi nel cantone francofono, a Sion. Quindi risalire in auto la Val d’Herens. Lungo il tragitto la valle riserva già alcune sorprese, in particolare consiglio di osservare la piccola cappadocia.

L’avvicinamento alla Cabane de la Dent Blanche da Ferpecle avviene in un ambiente ridente e luminoso. Bucolico. Ampi pascoli verdeggianti ci introducono ai casolari di Bricola. Ed anche dove il verde lascia spazio alla morena, a ravvivare la vista ci pensano luccicanti ghiacciai ed il profilo di montagne spettacolari. A partire dal Dent d’Heren, di cui la valle porta il nome.

Certo, c’è la solita fatica, il cammino sui detriti, su rocce montonate e poi pietraie ostili alle ginocchia. Un banale ghiacciaietto, precocemente in ghiaccio vivo, introduce al piccolo rifugio, ad oltre 3500m di quota. C’è da osservare una certa fatica nella gestione di questa struttura dal costoso pernottamento: certo non mancano le attenuanti, quali l’altezza e l’assoluta distanza da ogni rifornimento.

Il giorno successivo si inizia ad arrampicare praticamente dietro il rifugio, la via è prevalentemente su roccia, una roccia incredibilmente salda e piacevole. Tutta la salita avviene praticamente in conserva, i passaggi sono sempre sicuri e divertenti. Dove serve, le protezioni confortano. Finiti i gendarmi tipici della nostra cresta sud, la Wandflue, inizia la parte più semplice, normalmente su neve. Ma oggi le condizioni sono così ottimali che si va su detriti e roccette, volendo.

In cima il panorama sulle montagne della corona imperiale è eccezionale. La giornata nitida e serena rende la vista impagabile. Solo un fastidioso e freddo venticello renderà un po’ fastidiosa la discesa. Come sempre su queste vie poi è proprio la discesa la parte più delicata, che ci impegna in una lunga disarrampicata inframmezzata ove possibile a numerose doppie, le prime un po’ disagevoli.

È grande la soddisfazione quando si riesce a salire una cima in ottime condizioni, soprattutto una cima come questa, dove l’arrivo in vetta emoziona, ma è solo il tassello di un intero itinerario che merita ad ogni passo.

Grazie a Sabrina e Ivano, straordinari compagni in questa straordinaria salita. Ah, l’ultima foto è perchè al ritorno c’è stata una tappa al Lago Maggiore per vedere gli aerei acrobati!

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